
Il Teatro Massimo Vittorio Emanuele di Palermo è il più
grande teatro d'Italia e uno dei più grandi teatri
lirici d'Europa (il terzo per capienza dopo l'Opéra
National de Paris e Staatsoper a Vienna)
Di gusto neoclassico sorge sulle aree di risulta della
chiesa delle Stimmate e del monastero di San Giuliano
che vennero demoliti alla fine dell’Ottocento per fare
spazio alla grandiosa costruzione. I lavori furono
iniziati nel 1875 dopo vicende travagliate che seguirono
il concorso del 1864 vinto dall’architetto Giovan
Battista Filippo Basile; il teatro venne completato da
Ernesto Basile che, nel 1891 alla morte del padre, gli
era subentrato nella costruzione.
L’esterno del teatro, seguendo la moda neoclassica
dell'attualizzazione delle architetture antiche,
presenta un pronao corinzio esastilo elevato su una
monumentale scalinata ai lati della quale sono due leoni
bronzei con le allegorie della Tragedia e della Lirica;
in alto l'edificio è sovrastato da un'enorme cupola
emisferica. L'ossatura della cupola è una struttura
metallica reticolare che s'appoggia ad un sistema di
rulli a consentirne gli spostamenti dovuti alle
variazioni di temperatura.
Nella "rotonda del mezzogiorno" ovvero la sala riservata
in origine ai soli uomini, si può constatare un effetto
di risonanza particolarissimo, appositamente ottenuto
dall'architetto tramite una leggera asimmetria della
sala, tale per cui chi si trova al centro esatto della
sala ha la percezione di udire la propria voce
amplificata a dismisura, mentre nel resto dell'ambiente
la risonanza é enorme e tale per cui risulta impossibile
comprendere dall'esterno della rotonda quanto viene
detto al suo interno.
Il teatro fu edificato fra il bastione di San Vito e La
Porta Maqueda, abbattendo la Chiesa delle Stimmate e
l'annesso convento e la Chiesa di San Giuliano; la
tradizione narra che una suora (l'ultima Madre Superiora
del convento) si aggiri ancora per le sale del teatro.
Si dice anche che chi non creda alla leggenda inciampi
in un particolare gradino entrando a teatro, gradino
detto appunto "gradino della suora".